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LE MUTE IN NEOPRENE


Premessa

La dispersione termica in acqua è da sempre un fattore cardine dello stare in mare durante il periodo invernale, sottovalutare quest'aspetto significa purtroppo incorrere in eventi di difficile gestione, quale l'ipotermia, lo stress, l'irrigidimento muscolare, fino alla morte in casi estremi ecc.
Vanno poi  fatte alcune valutazioni di tipo  medico — scientifiche, quali: il personale adattamento al freddo, la costituzione diversa di ognuno (masse grasse — masse magre), l'alimentazione prima dell’uscita in mare e tutti quei diversi fattori che incidono nella personale resistenza al freddo che devono guidarci  nella scelta della muta che andiamo ad usare in occasione delle nostre amate session di Kite.
La muta dunque ci protegge dal freddo, attutisce eventuali urti ed abrasioni contro la tavola e/o rocce, sabbia, favorisce il galleggiamento e in caso di avaria e/o problemi  prolunga la permanenza in acqua in attesa di soccorso.

Classificazione

La muta da Kitesurf/windsurf si discosta abbastanza da quelle da sub, in quanto deve essere più morbida ed adatta ai movimenti, quindi aderente ma non stretta come quella da sub, oltretutto di solito è di colore scuro per attrarre il sole affinché ci riscaldi.

Esistono molti tipi di mute, che variano per: maniche e gambe corte o lunghe, per lo spessore del neoprene nonchè per tipologia di costruzione. Una muta va scelta in base alla stagione, generalmente converrebbe avere due mute, una corta per la mezza stagione, e una lunga e pesante per l’inverno, il tutto si può corredare con cappuccio, guanti e calzari.

Tipi di mute:

  • Semistagna: Con cuciture impermeabili e con cerniera stagna, autunnale e primaverile
  • Stagna: Completamente impermeabile e stagna all’interno, con cerniera a tenuta stagna, invernale.
  • Convertibile: Con gamba lunga e braccia corte, ma con attacchi per le maniche supplementari, con cerniera posta sulla schiena, primaverile.
  • Shorty:  Mutino con gambe corte sopra il ginocchio e braccia tagliate sopra al gomito, estiva

Il Neoprene

I precursori di sport acquatici, ricorderanno le prime mute realizzate con gomma PIRELLI, certo di tempo n'è passato e il materiale che ha sostituito più egregiamente quella indimenticabile muta è il Neoprene, tecnicamente chiamato POLICLOROPRENE, fu scoperto nei laboratori DU PONT nel 1931 da Arnold Collins, chimico e ricercatore meno conosciuto del suo collega Fallace Carrothers che nello stesso anno inventò il NYLON.

Il neoprene, questo è il suo nome commerciale, appartiene alla famiglia degli elastomeri di sintesi ovvero delle gomme sintetiche e si presenta come una gomma porosa, la cui massa è costituita da cellule gassose uniformemente distribuite.

Le principali caratteristiche sono la elasticità, la resistenza al taglio e allo schiacciamento, la resistenza all'invecchiamento atmosferico e al calore, ed inoltre risulta essere inerte verso molti agenti chimici, oli e solventi. Per questi motivi trova importanti applicazioni nel campo dell'industria chimica, automobilistica, nautica, e nella realizzazione di raccordi, guarnizioni, rivestimenti protettivi e indumenti ad esempio, mute subacquee.

Il neoprene si presenta come una gomma porosa, costituita da cellule gassose distribuite uniformemente in tutta la sua massa, vedi Fig. 1.



Fig. 1

 

Le Mute semistagne


Fig.2

Le Mute Semistagne Fig.2, realizzate in mono pezzo generalmente negli spessori da 3 — 5 o 6.5 mm, sono prevalentemente dedicate alle acque fredde e sono dotate di una cerniera "stagna"  che non permette l'ingresso d'acqua. Questa cerniera è prevalentemente posta sulla schiena, vedi figura 3.
La muta semistagna è di fatto la regina delle mute in neoprene, per comodità, utilizzo e robustezza, potrebbe essere poco pratica per la posizione della cerniera Fig. 3, che siccome posta sulle spalle và sempre aperta e chiusa da un compagno anche se ultimamente si sono create delle cerniere dotate di un lungo cordino (20/30 Cm) che consentono la chiusura/apertura autonomamente.
La muta semistagna è dotata di polsini e cavigliere realizzati in neoprene liscio in modo da aderire il più possibile alla pelle; in alcuni casi sia i polsini che le cavigliere sono a doppio strato, in modo da poter far aderire tra di essi i guanti o i calzari ed aumentare così ulteriormente la tenuta. Il neoprene liscio viene utilizzato anche nel collare.


Fig. 3

La muta semistagna, mantiene uno strato d'acqua tra il corpo e la muta stessa, questo strato di acqua, scaldandosi al contatto con il corpo, mantiene una temperatura più calda rispetto a quella dell'acqua esterna, favorendo così la resistenza al freddo. A questa tipologia di muta appartengono anche le convertibili.      

 

Le Mute stagne



Fig. 4

La muta stagna Fig. 4, ha la particolarità di permettere di rimanere all’asciutto, questo è possibile in quanto sia i polsini che il collare sono a tenuta stagna.
Esistono ottime mute in goretex o altri tessuti, molto leggere e completamente impermeabili, sotto di
queste è possibile indossare indumenti caldi consentendo uscite con climi particolarmente rigidi.
Alcuni modelli hanno la cerniera orizzontale sul petto o sulle spalle, ci sono poi alcune mute zipperless ovverosia non hanno cerniera e si infilano allargando il collo, fatto di neoprene molto elastico e resistente e poi stringendo con uno o due fasce di velcro.

 

Le Mute con gambe e maniche corte

 


Fig. 5

Le Mute corte/ Shorty Fig. 5, queste mute monopezzo con cerniera sono indicate per le uscite in acque calde o nei peridi estivi/primaverili, per le nuotate in superficie o per lo snorkeling, in quanto hanno gambe e maniche corte.
Possono essere realizzate in differenti tipi di neoprene e spessori con cerniera anteiore o posteriore.
Solitamente la cerniera posteriore è dotata di fettuccina per una autonoma chiusura/apertura, vedi Fig. 6.



   Fig. 6


Dati tecnici e materiali delle mute in neoprene

La muta in neoprene super elastico facilita nei movimenti e nella vestibilità, dotata di fodera di titanio per aumentare la capacità termica, fibre aramidiche nelle ginocchia per maggiore protezione e resistenza.  Può essere internamente, rivestita in plush "Sapphire" per una migliore ritenzione del calore. La fodera interna è liscia, per garantire una ottima tenuta. Viene  realizzata in maniera da conferire una linea aderente al corpo assecondando le naturali posizioni del corpo durante le attività in mare.
Se abbiamo intenzione di praticare l’attività solo in periodo estivo allora optiamo per una 3mm, magari in neoprene ultrastretch. Con tale soluzione avremo realmente una seconda pelle con una facilità di vestizione eccellente.
Discorso a parte merita la 5mm. Il maggior spessore del neoprene penalizza leggermente l’elasticità. Ma l’inconveniente si risolve con il classico ultrastretch o con il neoprene a cellula aperta (“spaccato foderato”). Mentre nel primo caso la fodera sarà morbidissima, nel secondo avremo solo una fodera esterna; l’elasticità del capo è garantita.

Lo strato di neoprene è solitamente più spesso sul busto e più sottile su maniche e gambe per favorire i movimenti, viene indicato con dei numeri che rappresentano i millimetri di spessore : una muta 5/3 ha quindi 5mm di neoprene su pancia e schiena, 3mm su gambe e braccia.
Le cuciture delle mute sono particolari e studiate per impedire a l’acqua di entrare, sono realizzate  per non irritare la pelle una volta indossate senza nulla sotto.
Le mute attualmente sono studiate appositamente per il Kiteurf e Windsur, hanno le ginocchiere e dei rinforzi nelle parti più sollecitate.

 

In negozio

Ci siamo fatti un’idea di cosa ci occorre in relazione alle nostre esigenze, rechiamoci dunque in un negozio specializzato e lasciamoci consigliare ed illustrare le possibili soluzioni ai nostri bisogni. Ovviamente non perdiamo di vista le linee guida per la scelta della muta adatta a noi !

Quindi:

  • Spieghiamo al negoziante cosa dobbiamo fare con la muta;
  • Visioniamo i diversi modelli/soluzioni proposti;
  • Valutiamone i materiali e le finiture ;
  • Proviamo “ a pelle”  i vari modelli, la muta deve essere della giusta taglia e quindi và provata prima dell’acquisto;
  • Deve essere confortevole e di buona qualità;
  • Selezioniamo quelle che meglio si adattano al nostro corpo;
  • Trovata la nostra muta valutiamo anche l’estetica.
  • Il prezzo, più la muta è tecnica e ricercata nelle finiture, più costa

Consigli utili:

La muta deve stare comoda, meglio provarla e nell’indossarla tenere le calze che facilitano la vestizione, poi fai dei movimenti con le braccia e le gambe e vedi se ti stringe troppo, devi respirare facilmente.

Deve essere specifica per Kitesurf/Windsurf.

Il movimento di chiudere/aprire la cerniera autonomamente deve essere di facile attuazione, Fig. 7 e 8.

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Fig. 7 e 8

Polsini e cavigliere, Fig. 9 e 10, devono essere molto aderenti per non far entrare acqua, inoltre sulle cavigliere ci deve essere un sistema a velcro per serrare la muta intorno alla caviglia altrimenti durante la navigazione entra acqua, Fig 10.


Fig. 9



Fig.10

La muta va indossata su una lycra per migliorare la vestibilità, la termicità, e proteggere da eventuali abrasioni delle cuciture (anche se sono fatte per non dare fastidio).

 

Manutenzione

Per la manutenzione, l'accorgimento principale è quello di non lasciar asciugare la muta al sole, specialmente se bagnata con acqua di mare. I cristalli di sale contenuti nell'acqua di mare asciugati dai raggi solari si attaccano al materiale neoprenico ed alla fodera della muta, effettuando una calcificazione e corrosione del materiale stesso. Il fenomeno non è visibile da subito, ma nel tempo il neoprene diventa più duro e tenderà a rovinarsi.
Va conservata lontano dai raggi del sole che la deteriorano, messa da parte sempre lavata con acqua dolce magari leggermente tiepida, conservata non appesa per non farla deformare sotto il suo peso, riposta in luogo asciutto e possibilmente non pressata. 
Possiamo prolungare la vita della nostra muta indossando sopra una maglietta in lycra e un costume a pantaloncino che evitano le abrasioni del trapezio ed  eventuali tagli dovuti ad involontari strofinamenti.
E’ importante non schiacciare in alcun modo la muta (per esempio con le mollette da bucato usate per stendere i panni) altrimenti si rischia di rovinare in maniera irreversibile il tessuto neoprenico, in quanto vengono schiacciate le micro bolle contenute all’interno.
Vanno periodicamente verificate le cuciture nelle zone di maggior stress.

Per le riparazioni di: piccole escoriazioni/strappi/taglietti o scollamenti, esiste in commercio il “mastice in neoprene liquido o neoprene cement”, mastici forti e resistenti all’acqua posti in vendita in confezioni a stick, che pronti all'uso, permettono la riparazione veloce di mute e accessori di neoprene.
Da evitare assolutamente l’uso dell’attak che indurisce la zona e favorisce il taglio in quelle immediatamente circostanti.

 

2006– © Kite-tecnica.it — Franco Russo